Quello della mammella è il più frequente tumore nella donna anche se attualmente e grazie ai traguardi raggiunti dalla ricerca in tema di terapie, non rappresenta più la principale causa di morte per tumore. Colpisce le donne in qualsiasi età con un picco intorno ai 60 anni.
• CHI E' PIU' COLPITO:
C'è un'incidenza più alta nelle donne che non hanno avuto gravidanze, in quelle con gravidanze tardive (sopra i 35 anni), in quelle con una storia familiare di cancro della mammella o con una storia personale di tumori mammari.
• COME SI MANIFESTA:
Se palpabile si apprezza una massa dura, fissa e con margini non ben definiti; se non palpabile sarà la mammografia e l'Ecografia a riconoscerlo anche in fase molto precoce.
• CONSEGUENZE:
Ulcerazioni, aumento abnorme dei linfonodi ascellari e sopra la clavicola, edema del braccio, metastasi a distanza come alle ossa, polmone, fegato e cervello.
• TECNICA CHIRURGICA:
La maggior parte delle donne che arrivano alla mia osservazione sono portatrici di tumori iniziali ed hanno già una diagnosi citologica o istologica che ne conferma la natura.
Circa 10 anni fa sono stati pubblicati importanti studi ( sia di Milano che americani) che dimostrarono che con la semplice asportazione della massa tumorale e dei linfonodi ascellari seguito dalla radioterapia, si ottenevano gli stessi risultati dell'asportazione completa della mammella e dei linfonodi ascellari in termini di periodo libero da malattia e di sopravvivenza a distanza.
Pertanto la tendenza ove possibile è quella di eseguire un intervento chirurgico mirato all'asportazione del tumore con un margine adeguato di tessuto sano e non quello dell'asportazione dell'intera mammella che va riservato ai casi di tumori localmente avanzati o multicentrici.
I linfonodi ascellari sono quelli che ricevono la linfa dalla mammella e quindi anche dal tumore.
Quando le cellule tumorali si staccano dal tumore mammario, viaggiano nella linfa e si fermano nei linfonodi ascellari dove si riproducono ingrossando i linfonodi ( metastasi linfonodali).
La conoscenza del numero dei linfonodi coinvolti dal tumore rappresenta un importante indicatore per definire la gravità della malattia e per stabilire la corretta terapia da seguire dopo l'intervento.
Questo è il motivo per cui si associa sempre l'asportazione dei linfonodi ascellari alla chirurgia della mammella.
Poichè solo 30 tumori mammari su 100 hanno metastasi linfonodali ascellari, 70 donne ogni 100 ricevono una linfoadenectomia ascellare senza necessità. Sempre con l'intento di garantire il miglior risultato in termini curativi col minor trauma possibile, altri studi hanno dimostrato che la semplice asportazione del linfonodo che per primo riceve la linfa dal tumore , il cosiddetto " linfonodo sentinella" è un valido indicatore sul coinvolgimento o meno degli altri linfonodi ascellari.
Pertanto la tecnica scintigrafica dell'asportazione del linfonodo sentinella è diventata un fondamento della chirurgia mammaria e per essere attuata necessita oltre che dell'esperienza del chirurgo anche di una struttura adeguatamente organizzata con la medicina nucleare.
La donna deputata all'intervento di tumorectomia o quadrantectomia ( asportazione di un parte di tessuto mammario corrispondente ad un quadrante) con linfonodo sentinella, il giorno dell'intervento o quello prima, si presenterà presso il centro di medicina nucleare dove sotto la guida ecografica, le verrà iniettato con un ago, in sede tumorale, un marcatore come il tecnezio.
Dopo due ore si controlla con una gamma camera l'ascella e si identifica la zona dove il tecnezio si è accumulato marcandolo sulla cute con un pennarello indelebile.
Spesso , quando il tumore non è palpabile, mi avvalgo della stessa tecnica scintigrafica per identificarlo in sede operatoria.
L'intervento viene eseguito in anestesia generale oppure in anestesia locale con sedazione.
Con l'aiuto di una sonda che rileva i raggi gamma del marcatore iniettato in precedenza, riesco a praticare un'asportazione mirata del tumore con un adeguato margine indenne circostante.
Quando è possibile l'incisione rispetterà l'estetica della mammella e tenderà ad essere periareolare cioè tra la zona scura dell'areola e quella chiara della mammella.
A seconda della quantità di tessuto asportato posiziono un piccolo tubo di drenaggio e chiudo l'incisione con punti non visibili sulla pelle o che affiorano solo sulla zona dell'areola in modo da non lasciare il segno ( punti di Algower).
Pratico quindi un'altra piccola incisione nella zona dell'ascella marcata precedentemente col pennarello e sotto la guida della sonda rilevatrice asporto solo il o i linfonodi che mi vengono segnalati.
Il tumore asportato ed il linfonodo sentinella vengono inviati all'anatomopatologo per una valutazione istologica. Se il linfonodo non contiene cellule tumorali l'intervento è concluso altrimenti si reinterviene per asportare tutte le ghiandole ascellari dopo circa 20- 30 giorni.